Scopri quali sono le opportunità dell’Ires premiale inserite nella Legge di Bilancio per il 2025
Introdotta con la nuova Legge di Bilancio 30 dicembre 2024, n. 207 e valida attualmente per il solo 2025, l’IRES premiale si configura come una preziosa opportunità per le aziende che intendono rafforzare la propria struttura patrimoniale e promuovere la crescita sostenibile del proprio business. Questa misura consente infatti una riduzione dell’aliquota d’imposta sui redditi delle società dal 24% al 20%: l’obiettivo è quello di incentivare le imprese che soddisfano specifici requisiti a reinvestire i propri utili in beni strumentali innovativi e nell’occupazione. Vediamo come funziona l’IRES premiale, quali sono i requisiti necessari e quali i vantaggi per le imprese.
Beneficiari dell’IRES premiale
La riduzione dell’aliquota Ires per chi investe in beni strumentali all’attività d’impresa, è uno dei principi introdotti con la nuova Legge di Bilancio e va nella direzione di una riduzione strutturale della pressione fiscale sulle imprese. In questo senso, l’Ires premiale rappresenta una leva fiscale significativa per stimolare gli investimenti delle imprese, ma presenta al contempo dei vincoli chiari che delineano la platea dei beneficiari. Nello specifico, le aziende che possono accedere allo sgravio fiscale sono:
- S.p.A.
- S.r.l.
- S.a.p.a.
- Società cooperative
- Società di mutua assicurazione
- Enti pubblici e privati diversi dalle società, nonché i trust, residenti nel territorio dello Stato, che hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali.
Non possono accedere all’agevolazione dell’IRES premiale le società e gli enti in liquidazione, assoggettati a procedure concorsuali di natura liquidatoria o che determinano il proprio reddito imponibile, anche solo in misura parziale, sulla base di regimi forfetari.
Requisiti necessari per la riduzione dell’aliquota Ires
I requisiti e gli obblighi dei soggetti potenzialmente beneficiari dell’Ires premiale sono i seguenti:
- Rinuncia alla cassa integrazione. Le imprese non possono ricorrere alla cassa integrazione per gli anni 2024 e 2025, salvo casi eccezionali stabiliti dal D.lgs.14 settembre 2015, n.148.
- Mantenimento del livello di occupazione. La media degli occupati negli anni dal 2022 al 2025 non deve subire variazioni.
- Incremento dell’occupazione. È necessario prevedere un aumento dell’occupazione di almeno l’1% con contratti a tempo indeterminato rispetto al 2024 e comunque in misura non inferiore ad una unità assunta con contratto a tempo indeterminato.
- Reinvestimento degli utili. L’80% degli utili deve essere accantonato a riserva in azienda. Una parte di tale quota deve inoltre essere reinvestita in beni strumentali innovativi di Transizione 4.0 o 5.0. Per quest’ultimo punto, restano valide le regole relative per cui i beni acquistati, per un importo non inferiore ai 20.000 euro, non possono essere ceduti per i 5 anni successivi all’investimento.
Il punto centrale della nuova agevolazione sta dunque nella sua capacità di stimolare il sistema produttivo italiano, incoraggiando le imprese a intraprendere percorsi di sviluppo tecnologico e di rafforzamento patrimoniale. Inserita in una corretta pianificazione fiscale, la riduzione dell’aliquota IRES premiale dal 24% al 20% rappresenta pertanto una misura diretta ed efficace, mirata a creare un ambiente più favorevole agli investimenti.
Occorre infine sottolineare come il taglio del 4% previsto con l’Ires premiale, inserito in un piano più generale – che non può prescindere dal mantenimento dell’equilibrio di bilancio pubblico – potrebbe non fermarsi al solo 2025 ma trasformarsi in uno strumento stabile e duraturo, contribuendo così a tracciare la rotta per un futuro fiscale più sostenibile per le imprese e competitivo per il Sistema paese.
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